Riforma delle pensioni e del lavoro

Riforma delle pensioni e del mercato del lavoro: due argomenti strettamente correlati, che devono dunque procedere di pari passo.

Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, i dati parlano di un incremento costante del numero dei pensionati (dai 9.117 del 2010 ai 11.983 del 2020), così come aumenta il valore delle pensioni, in relazione all’aumento degli stipendi degli ultimi decenni.
Nonostante questo, però, non sono cresciuti proporzionalmente anche i contributi versati, generando una differenza di entrate e uscite che a lungo andare potrebbe non essere più sostenibile.
Per questo si sta studiando, ma è ancora in bozza, una riforma che tenga conto delle modifiche economiche e sociali, “che guardi alle nuove generazioni e che sia sostenibile nel tempo”.

Anche la riforma del lavoro parla di sostenibilità, ma anche di velocità e flessibilità, secondo la logica per cui più lavoratori porterebbero più contributi. Non potendo il numero complessivo aumentare a dismisura, una soluzione potrebbe essere avere più lavoratori specializzati, di alto livello, per compensare lo squilibrio contributivo.
Tali lavoratori potrebbero essere reperiti anche all’esterno, magari aumentando l’attrattività: una delle proposte potrebbe essere il superamento del tetto retributivo che penalizza manager e dirigenti. ANIS, Associazione Nazionale Industria San Marino, propone ad esempio di eliminare il tetto pensionistico e prevedere un meccanismo di solidarietà nel rispetto del principio dell’equità, o anche di disincentivare il pensionamento anticipato e prevedere un premio per chi allunga il periodo lavorativo.
Il vero obiettivo resta pur sempre quello di “riequilibrare il sistema a favore delle giovani generazioni”. Le altre proposte di modifica principali riguardano anche l’intervento dello Stato e l’innalzamento dell’età pensionabile.

I dati più recenti confermano il trend degli scorsi anni, perché “da gennaio a settembre 2021 si sono registrati complessivamente 501 nuovi pensionamenti, 11 unità in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,24%) ”. A livello economico, “l’importo medio per pensionato aumenta ogni anno, nell’ultimo l’incremento è stato del +0,18%”.

I fondi pensione, invece, secondo la Relazione Economico Statistica allegata alla Legge di Bilancio per il 2022, vanno in negativo, “tranne per quelli di liberi professionisti e imprenditori, che contano però soltanto per una piccola frazione sul totale. Il saldo del fondo dei lavoratori subordinati ha subito, nel corso del 2020, una variazione negativa importante passando da € -9.467.147 a € -21.664.960. Il fondo dei lavoratori autonomi, istituito con la Legge n.158 del 2011, ha registrato per la prima volta dal 2012 una chiusura con saldo negativo”. Anche il rapporto tra occupati e pensionati è in diminuzione, giungendo a 2,07 mentre quello di equilibrio ideale sarebbe intorno a 3, ed è previsto un ulteriore peggioramento per il futuro.

Tutti questi motivi ribadiscono l’importanza di attuare una riforma del sistema previdenziale, visti i continui cambiamenti a livello sociale e lavorativo che interessano il mondo intero e, nel dettaglio, anche San Marino.

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