Cos’è il Cash Pooling e quali aziende possono applicarlo?

La traduzione di “cash pooling” dall’inglese è “centralizzazione della tesoreria”. Il cash pooling è una tecnica di gestione centralizzata della liquidità utilizzata dai gruppi di imprese al fine di ottimizzare la tesoreria di tutte le entità legali che lo compongono. In generale, il cash pooling viene utilizzato nelle grandi aziende, dato che richiede un certo livello di strutturazione e di risorse interne, ma può essere applicato da qualsiasi gruppo composto da più società. La holding, o società madre, svolge il ruolo di tesoriere, un’unità strategica che distribuisce la liquidità per servire al meglio gli interessi di ogni società del gruppo.

Quali sono le condizioni per poter utilizzare il cash pooling?

La recente sentenza n. 39139/2023 della Cassazione ha stabilito che, in relazione a un rapporto di cash pooling, al fine di escludere la configurabilità di condotte distrattive, è necessario formalizzare le clausole in un contratto di conto corrente intersocietario, tra le società del gruppo e la società incaricata di gestire la tesoreria. In questo contratto le società conferiscono mandato per la gestione della tesoreria alla società cd. pool leader, la quale, a sua volta, stipula un contratto con un istituto di credito su cui andranno a confluire tutti i movimenti che interessano le posizioni di conto corrente delle singole società.

Cosa deve contenere il contratto di conto corrente intersocietario?

  • Le modalità e i termini con cui i saldi dei conti correnti periferici delle consociate devono essere trasferiti al conto corrente accentrato.
  • Le modalità e termini entro i quali la società pool leader deve restituire la liquidità ricevuta sul conto accentrato di cui è titolare.
  • L’ammontare dei tassi in base ai quali maturano gli interessi attivi e passivi.
  • Le modalità con cui gli interessi verranno corrisposti e l’eventuale commissione spettante alla società pool leader per lo svolgimento dell’attività di tesoriera di gruppo. 

La regolamentazione contrattuale deve essere costruita sulla base del principio dei c.d. vantaggi compensativi – propria dell’operatività di un gruppo di imprese – in base alla quale operazioni che, isolatamente considerate, evidenziano margini di rischio per una persona giuridica, possono trovare giustificazione nei vantaggi che la medesima società riceve da scelte gestionali poste in essere a suo beneficio da altri enti del medesimo gruppo o dalla holding.

Quali altre condizioni il gruppo di imprese deve adottare?

  • Tenuta di apposita contabilità della cassa di gruppo dove si registrano i crediti e i debiti verso ciascun soggetto partecipante, che, a sua volta, registra in contabilità i corrispettivi debiti/crediti verso la tesoreria.
  • Delibere dei Cda delle società interessate in cui sia previsto l’accordo di cash pooling, definendone l’oggetto, la durata, i limiti di indebitamento, le aliquote relative agli interessi attivi e passivi e le commissioni applicabili.
  • Dare adeguata pubblicità nelle note integrative delle società interessate in merito all’attività di tesoreria della società pool leader nel contesto di una più ampia attività di direzione e coordinamento, esponendo un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell’ultimo bilancio della società o dell’ente che esercita su di essa l’attività di direzione e coordinamento.

Il fenomeno del cash pooling e la recente sentenza della Cassazione hanno sicuramente un impatto sulle società sammarinesi che fanno parte di un gruppo d’imprese e che devono disciplinare in modo adeguato le attività di direzione e coordinamento compresa quella di gestione della tesoreria di gruppo. 

Articolo a cura di Cecchetti Andrea

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